Mi intrufolo volentieri nella conversazione e vado per punti.
Tutti gli anni o quasi seguo le aste Sga e posso dire, con tutto il rispetto per gli allevatori piccoli o grandi che siano e per il loro lavoro fatto di sacrificio e abnegazione indiscutibili, che nell'esaminare il libretto mi è subito parso che rispetto anche solo all'anno scorso vi fossero meno soggetti con una qualità di spicco, anche a livello morfologico. Il fatto stesso che solo una quarantina di soggetti siano stati inseriti nella selezionata qualcosa già dice come il fatto che vi siano stati molti "ricomprati", segno forse di un eccesso di aspettativa da parte dei loro allevatori nonostante il momento economico globale e anche che quella fiducia di cui parli sia sempre molto limitata nei numeri. Io non mi sono meravigliata di come sia andata, considerato tutto, certo è che se fossi in coloro che contano sarei un pò preoccupata, ma non da oggi.
Non dimentichiamo inoltre che nessuno o quasi trattiene le migliori femmine e quindi si sta assistendo da anni a un generale impoverimento del nostro allevamento di purosangue, fattore cui nessuno di coloro che potrebbe porvi rimedio prende in considerazione supportando l'allevamento, piccolo o grande che sia, nel giusto modo affinchè sia competitivo col resto del panorama internazionale.
Per quanto riguarda gli acquisti devo dire che ho trovato davvero molto bella la nr 12 (non italiana), una delle due Kendargent con mamma da Galileo, pagata €65mila tramite M.Bozzi dal dott.Colombo, linea materna molto interessante riconducibile a Balldoyle, Us Navy Flag, Roly Poly e prospetto di potenziale futura fattrice qualitativa; anche il nr 10 che citavi tu l'ho trovato molto interessante, idem dicasi per l'unico Earthlight presente venduto a €53mila preso da tal Giotti Simone (qualcuno sa chi sia?) che ha speso quasi quanto la Incolinx in acquisti. So che molti si sono meravigliati della scarsa "presenza" del Grizzly, meno attivo di altre sessioni.
Momento dell'ippica italiana vs ai denari spesi all'asta....ma che riflessione vuoi fare quando invece di cercare di attirare nuovi compratori, che darebbero un pò di novità all'ambiente, ci si basa sempre sui soliti noti, coloro che a livello pecuniario non risentono fortuna loro gran che dell'andamento dell'economia globale, gli stessi che poi andranno probabilmente a vincere le corse che contano, faranno man bassa dei premi aggiunti e che potranno reinvestire alla fine senza grosso sforzo, alimentando un circolo vizioso che, a mio parere, non fa ben sperare per un miglioramento della situazione dell'ippica italiana ma tutt'altro.
I piccoli proprietari vanno lentamente scomparendo già da diversi anni per tutta una serie di motivi e nonostante si senta dire quanto grave sia questo fatto, cosa si fa per fermare questa emorragia?
Se si iniziasse ad ampliare la platea, magari instaurando la figura del "Syndacate" e disciplinandola come ormai esiste da decenni negli altri Paesi dove con piccolissima spesa si può essere proprietari, ritengo che questo potrebbe essere un buon punto di partenza per dare ossigeno all'ippica italiana. Qualcuno ci sta provando e gli va fatto un applauso per questo, ma penso che si sia ancora molto lontani da quello che ci vorrebbe per dare un netto cambio di rotta al comparto.