Invece di recarsi frequentemente al MIPAAF per le questue, i gestori degli ippodromi italiani dovrebbero andare nelle Capitali dell'ippica Mondiale, vedi la Francia ieri, così potrebbero imparare da chi è più capace di loro. Vendere servizi e guadagnare dalle decine di migliaia di spettatori che hai portato all'Ippodromo a cui vendi servizi, spettacolo e merci appetibili. Il marketing è già stato inventato, non si deve neanche faticare troppo. Le attività collaterali (intendo bar, ristoranti e cose del genere) servono eccome secondo me, e non solo per attirare spettatori e scommesse, ma anche per permettere agli ippodromi di guadagnare dei soldi veri, non sovvenzioni, che consentano almeno che le regalìe statali vengano utilizzate per i servizi necessari negli impianti e nelle piste di allenamento. Ce lo insegna il calcio, dove alcuni stadi sono luoghi dove passare un'intera giornata anche di brutto tempo. Lo so che ci vorrebbero i sesterzi, ma senza arrivare ad Ascot si può cominciare a fare qualcosa. Se solo chi non ne avesse abbastanza (di pecunia) si facesse da parte, ma finchè vengono foraggiati di denari pubblici senza fare un cz, chi glielo fa fare di mollare?